Al sig.re COMMISSARIO del Consorzio

di Bonifica Integrale Comprensorio Sarno

     via Aztori (Centrale Ortofrutticola)

     84014 NOCERA INFERIORE (SA)

Alla FEDERAZIONE Regionale

dei VERDI della Campania

     Via d’Affitto n° 25

     80132 NAPOLI (NA)

 

p.c.      Al MINISTRO dell’Ambiente e

della Tutela del Territorio

    Via Cristoforo Colombo, 44

     00147 ROMA

 

Alla FEDERPARCHI - Federazione Italiana

     Parchi e Riserve Naturali

     Via Cristoforo Colombo, 163

     00147 ROMA 

OGGETTO: Consorzio di Bonifica del Comprensorio Sarno - Risposta Vs. missiva del 28/02/08 prot.n. 3954.

Con riferimento alla nota in oggetto, il cui contenuto fa trasparire nettamente la posizione e l’appartenenza politica del Commissario Straordinario, mi impone una articolata risposta per render chiaro il pensiero e l’azione che la Federazione dei Verdi della Campania, che mi pregio di rappresentare, ha assunto in merito alle politiche ambientali e alla tutela del territorio regionale.

Gli Enti operanti sul territorio che si dovrebbero occupare della tutela idrogeologica ed igienico-sanitaria sono diversi e con competenze che spesso si sovrappongono a tal punto che quando si verifica un evento catastrofico (e purtroppo molto spesso) dobbiamo registrare un balzello di responsabilità tra tutti gli Enti che alla fine comporta sempre lo stesso risultato: “non era nostra competenza”.

Il Consorzio di Bonifica, il Genio Civile, il Commissariato Straordinario per l’emergenza fiume Sarno, l’Autorità di bacino, il Commissario Straordinario per l’Emergenza Bonifiche e Tutela delle acque, l’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano, dove esistono, i Parchi Nazionali e regionali, le Comunità Montane ed infine la nuova Agenzia regionale campana per la difesa del suolo (ARCADIS), unitamente alle comunità locali dei Comuni, Province e Regione, rappresentano solo un esempio della pluralità di soggetti che con una miriade di competenze non raccordate tra di loro sono destinate alla gestione del territorio.

La sovrapposizione, la duplicazione e la frammentazione delle competenze tra le varie amministrazioni, in uno alla mancanza di coordinamento e alla conseguente polverizzazione delle responsabilità è stata ampiamente evidenziata, con estremo rigore, dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle cause dell’inquinamento del fiume Sarno nella Relazione Conclusiva approvata dal Senato nella seduta del 12 aprile 2006.

Noi Verdi, che abbiamo al primo punto della nostra agenda politica la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del territorio, crediamo che tutti questi Enti siano troppi e mal gestiti e comportino solo una elevata spesa pubblica. È necessario quindi riformare profondamente, nell’ambito della Costituzione, le competenze degli Enti contemplando la possibilità di abolire quelli che non rispondono più alle esigenze del territorio. Con questo non vogliamo affermare che il territorio deve rimanere senza alcuna tutela, ma che vi sia una riorganizzazione tale che, ad esempio, ci sia un unico Ente, che con competenza ed efficienza, deve essere responsabile della problematica idrogeologica ed ambientale dei corsi d’acqua sia naturali che artificiali.

Per gli studi compiuti e le esperienze maturate nei quasi venticinque anni di professione, ho appreso che affrontare la problematica delle bonifiche è cosa seria ed impegnativa e richiede una grande capacità di conoscenza del territorio e delle dinamiche evolutive dei fenomeni che su di esso si sviluppano. Come è vero che un illustre professore di idraulica (prof. Cannata Giulio) ha ritenuto la realizzazione dei moli di foce Sarno, eseguiti dal Consorzio di Bonifica, inutili dal punto di vista idraulico che per l’eccessiva lunghezza, mal si prestano alle dinamiche del trasporto solido (vedi audizione della commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’inquinamento del fiume Sarno del senato in data 19/01/2006) . Così come è strano un manifesto apparso in queste ultime settimane sui muri della città di Pompei e zone limitrofe in cui si informano i cittadini che a seguito di “possibilità di inquinamento” delle acque del fiume Sarno il servizio di irrigazione per l’anno 2008 è sospeso. Ma quale servizio di irrigazione fornite ai contadini del comprensorio Bottaro, se gli stessi da lungo tempo non si approvvigionano più dell’acqua del fiume Sarno, ma hanno cercato soluzioni alternative per l’irrigazione? E ancora, da quale pianeta sconosciuto siete discesi se solo oggi avete scoperto la  “possibilità di inquinamento” delle acque a pelo libero del fiume Sarno, quando da tempo immemorabile è stato dimostrato che il fiume Sarno è il più inquinato d’Europa?

Già queste brevi considerazioni ci fanno comprendere il Vs. grado di conoscenza delle problematiche ambientali del territorio, che è stato ampiamente dimostrato nella verifica compita dalla Commissione Ambiente della Regione presieduta dall’on. Michele Ragosta in data 05 novembre 2007 alla presenza anche del Vs. personale tecnico. In detta verifica è venuto fuori una situazione di estremo degrado sia ambientale che igienico sanitario dei canali di scolo presenti sul territorio, oltre alla chiara inagibilità permanente dei pochi canali di irrigazione che il tempo ancora non ha distrutto. Ancora prima l’on. Tommaso Pellegrino della Federazione dei Verdi, in data 25 ottobre 2007, ha presentato alla camera dei deputati una interrogazione a risposta scritta ai Ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura (n. 4-05408) nella quale ha denunciato lo stato di abbandono del territorio e che ancora attende una risposta. Come attendiamo risposta dal Presidente della Repubblica per l’appello rivolto nell’agosto del 2007 sottoscritto da circa duemila cittadini, oltre le Associazioni presenti sul territorio.

La nostra “stucchevole e incessante campagna stampa” contro le inefficienze del Consorzio di Bonifica da Voi lamentate partono da una situazione di fatto del territorio grave e compromessa e certamente non hanno nulla a che vedere con la “demagogia e gli interessi di parte”, visto che le Amministrazioni che partecipano alla richiesta di referendum popolare abrogativo appartengono ai diversi schieramenti politici, sia di centro destra che di centrosinistra.

Il ricorso al referendum popolare  si è reso necessario in considerazione che la Regione, ed in particolare la parte politica di sua militanza, è rimasta sorda ed insensibile alle richieste che pervenivano dal territorio. Infatti le denuncie dello stato di degrado ed abbandono del territorio sono contenute nelle innumerevoli interrogazioni proposte alla Giunta Regionale dai Consiglieri di quasi tutto lo schieramento politico, ma l’Assessorato di competenza, quello all’Agricoltura, è rimasto sempre lontano e spesso indisponibile a qualsiasi ragionamento. Per loro è un falso problema che si traduce in una semplice richiesta, da parte dei cittadini, di azzeramento del contributo consortile, che non può essere accolto perché trattasi di tributo imposto per legge. E i cittadini che chiedono a gran voce di essere ascoltati sono evasori fiscali che non accettano di pagare le tasse perché non hanno la cultura della solidarietà e del bene comune. Vi sbagliate di grosso, in quanto i cittadini che regolarmente pagano ogni sorta di tassa, nel caso in questione, si sono rivolti alle Commissioni Tributarie di Salerno, per far valere le proprie ragioni e i Presidenti delle commissioni, eccetto alcuni dichiaratamente e inspiegabilmente pro-consorzio, si stanno esprimendo a favore dei cittadini e stanno accogliendo i ricorsi con la seguente motivazione : non è dimostrato che il bene tassato riceve beneficio diretto e specifico dalle opere di bonifica; inoltre la maggior parte dei cittadini stanno presentando i ricorsi anche per cartelle esattoriali di poche decine di euro, anche spendendo più per i bolli e le spese che per il valore della cartella, facendone una questione di principio e cioè non sono più disponibili a contribuire per sostenere un servizio che da tempo immemorabile non ricevono dal Consorzio di bonifica. Il risultato di tutto ciò si traduce in un articolato contenzioso tributario che ha un unico effetto tangibile: quello di aumentare il debito che negli anni questo consorzio sta vertiginosamente accumulando.

La risposta dell’Assessorato Regionale è stata espressa con presunte interpretazioni autentiche della legge regionale n. 4/2003 in completo disaccordo con il legislatore regionale che le aveva proposte.

Di fronte a tanta arroganza, perché è vero che il potere è arrogante, i cittadini si sono ribellati e attraverso le comunità che le rappresentano hanno fatto ricorso all’istituto del referendum popolare, strumento democratico contemplato dal nostro ordinamento.

Infatti se il legislatore non è in grado di dare risposte normative serie che rispecchiano la realtà del territorio, il cittadino si può difendere ricorrendo democraticamente all’istituto del referendum previsto dagli articoli 54 e 60 dello Statuto della Regione Campania e regolati dalla legge regionale n. 25 del 30/04/1975.

Se poi si è allergici alla democrazia, e si vuole impedire a qualsiasi costo lo svolgimento perché si ha paura del risultato, allora è una altra cosa. È vero che le leggi sulla bonifica sono nate in un epoca fascista, quando c’era da debellare la malaria. Ma oggi non solo il problema della malaria non esiste più, ma anche il fascismo ed i suoi sistemi di potere sono stati, per nostra fortuna, banditi dalla Costituzione.

Concordo pienamente sulla richiesta di dimissioni dei rappresentanti regionali dei Verdi, ma insieme a tutti i consiglieri della maggioranza che governano la Regione, e per diverse e più incisive ragioni: bisogna chiudere una epoca oramai passata e rinnovare una classe politica che si è caratterizzata per le cose non fatte rispetto ai temi dell’ambiente e del territorio.

Se vuole veramente tutelare i lavoratori del Consorzio di Bonifica, che negli ultimi anni si sono moltiplicati come i pani e i pesci di una più famosa parabola, dovrebbe prendere atto dei suoi insuccessi e presentare Le sue dimissioni. Ma come pretende comprensione se in tutti questi anni non è riuscito nemmeno a fare quello per cui è stato nominato: indire, entro sei mesi, democratiche elezioni degli organi statutari del Consorzio. È dal 1992 che il Consorzio è diretto da un commissario straordinario e sembra di assistere ad una esperienza ben più tristemente nota come la gestione dei rifiuti in Campania .

Apprendo dai giornali (la Repubblica del 29/11/07) che Lei si occupava di Parchi e non voleva assumere questo incarico sulle bonifiche perchè sulla tematica “non ne sapeva niente”. Fa trasparire che ha accettato la designazione dell’Assessore all’Agricoltura, ma avrebbe preferito rimanere nel suo comune di Celle di Bulgheria. Ma perché non lo ha fatto, se è vero quello che scrivono i giornali che l’indebitamento dell’Ente è pari a circa trentadue milioni di euro, e in passato il consorzio è stato costretto ad alienare parte dei suoi beni immobiliari (vedi delibera GRC del 07/10/2005) per ridurre parte dei debiti ed evitare il pignoramento degli stipendi dei dipendenti.

Ed è proprio per questa ragione che la Federazione dei Verdi e tutta la Sinistra Arcobaleno stanno conducendo anche in questa regione una politica di tagli alla spesa pubblica e lotta contro gli sprechi delle risorse ambientali ed economiche.

Pompei lì  04 marzo 2008

Il responsabile dei Verdi Pompei

ing. Giuseppe Sabini