Da “Metropolis Quotidiano” - giugno 2007
RIFIUTI E AMIANTO SIGILLI ALL’ATICARTA
POMPEI. I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Napoli con l’ausilio del comando locale di Pompei, coadiuvati dal personale della Asl, hanno posto sotto sequestro l’ex cartiera Aticarta di Pompei. I controlli, finalizzati alla tutela dell’ambiente, hanno portato le forze dell’ordine ad apporre i sigilli ad una vasta area di 98.000mq contenente un immobile in fase di smantellamento, macchinari vari per la produzione della carta, e vecchi capannoni. Sul posto sono stati ritrovati rifiuti speciali e tossici abbandonati e scorie di amianto pericolosissime per la salute pubblica. L’irruzione del Noe è arrivata in seguito ad alcune segnalazioni di presenza di rifiuti e amianto nell’area industriale di Via Macello. In seguito all’operazione, viste le gravi violazioni, sono state denunciate 4 persone, di cui sono state rese note soltanto le iniziali: R.E., 47 anni, di Milano; B.G. e V.L. rappresentanti della Reno De’ Medici, società proprietaria dei macchinari e addetta al piano di sicurezza per lo smantellamento dei macchinari stessi, e infine G.C., 60 anni, di Verona vecchio proprietario dell’area e titolare dell’immobile ex cartiera. Le accuse sono di trasporto, recupero e smaltimento, in concorso, di rifiuti in assenza di autorizzazione. Inoltre abbandono di rifiuti, miscelazione di scorie speciali pericolose. Questa notizia non giunge inaspettata. infatti, nel 2005,ben 30 lavoratori ex Aticarta avevano ricorso e ottenuto il riconoscimento di esposizione all’amianto. Ma ora, l’ulteriore elemento negativo, è che la task force del Nucleo Ecologico allungherà i tempi per la riconversione dell’opificio. Già nel febbraio 2006, il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, parlava di percorsi alternativi che dovevano permettere il riutilizzo dell’intera forza lavoro dell’Ati carta, attraverso nuove opportunità produttive. Una riconversione del sito industriale che avrebbe significato il tramonto della tradizione cartaria pompeiana, sviluppatasi negli anni ‘50. E nell’estate 2006, un comitato speciale aveva assegnato ad un’azienda leader dei grandi interventi di recupero di aree dimesse, il compito di risanare l’area. Si parlava di realizzare un centro commerciale, i cui lavori dovevano iniziare nel 2007, ad opera proprio della Coop Sette di Reggio Emilia e finire entro un anno e mezzo. Ancora una brutta notizia si abbatte sui 180 lavoratori in cassa integrazione dal 2004. Infatti, sicuramente i tempi di riqualificazione si allungheranno visto che l’area posta sotto sequestro dal NOE dovrà essere bonificata. La speranza, sia per i lavoratori che per i sindacati, tra cui Gennaro Torre (Cgl) e Domenico Cascone (Uil), è che per settembre possano iniziare i lavori così come era stato stabilito.
Stefania Falco